Ischia Insolita 3° tappa (Lacco Ameno – Forio)
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Ischia Insolita e segreta 3° tappa (Lacco Ameno – Forio)
Un giro dell’isola d’Ischia insolito ed alternativo lungo le storiche strade basolate e gli antichi sentieri sterrati e panoramici
6) (n° di riferimento sulla mappa)
Penso che oggi sarà una giornata piuttosto impegnativa; mi sono recato in macchina nella parte alta dell’isola sotto le pendici dell’Epomeo. Mi fermo al parcheggio del belvedere al Fango dove mi aspetta il mio amico Michele, col quale condividiamo la passione per il calcio a cinque e per lo sci, che ha già iniziato il riscaldamento conscio di quello che ci aspetta. Anche io faccio un pò di esercizi prima di affrontare il giro di oggi che sarà alquanto difficoltoso.
Inizia il giro
Cominciamo a percorrere la strada Borbonica (o via Baiola) e dopo qualche centinaio di metri giriamo a sinistra alla prima traversa e appena iniziata la salita incrociamo dei ciclisti che vengono dalle pendici dell’Epomeo che percorrono la strada in discesa a velocità sostenuta ed in curva quasi ci investono. Sono vestiti in maniera professionale, con tute imbottite e caschi, guidano bici dalle ruote molto larghe.
Saliamo ancora ed alla prima curva incrociamo l’ingresso del ristorante “la Beccaccia”, continuando sino ad un certo punto in cui fermandomi noto un particolare che mi incuriosisce. Sopra il tetto lastricato, in battuto di lapillo e calce, vi sono delle costruzioni che sembrano delle piccole cappelle tagliate e metà. Queste nicchie semivoltate attraversano la copertura e collegano l’interno del piano sottostante sono chiamate “ventarole”.
La funzione delle ventarole è quella di arieggiare gli ambienti sottostanti, come succede per i boccaporti delle navi. Per farlo in maniera uniforme esse devono avere le aperture orientate verso la direzione dei venti predominanti. Ci fermiamo ad ammirare questi semplici e stupendi manufatti architettonici e subito dopo continuiamo la nostra arrampicata. Perché di questo quasi si tratta, in quanto la pendenza della strada sterrata aumenta sempre più fino a toccare il massimo. In certi punti in cui si avverte un forte odore di zolfo e si notano i vapori provenienti dal sottosuolo. Arriviamo sino ad un vecchio casolare diroccato, degno di un quadro pittoresco, dal quale si gode una vista spettacolare del versante settentrionale dell’isola.
Nel piano seminterrato del rudere ove si trovava la cantina si notano ancora le aperture delle ventarole. Le Ventarole: un nome che richiama l’architettura antica e la tradizione contadina, il vino e le cantine di Ischia, un luogo dove la storia si fonde con la buona cucina e la cura dei dettagli. le ventarole appunto, antichi condotti d’aerazione che contribuivano a mantenere fresco il vino, ognuna rivolta verso uno dei quattro punti cardinali e collegata all’interno tramite un caminetto.
Note stralcio dal sito https://www.ischia.land/girovagando-per-ischia
“Il sentiero dell’Allume*
Nell’immaginario turistico l’isola d’Ischia rimane una località termale e balneare. Da qualche anno però, grazie soprattutto all’opera tenace di divulgazione della sezione locale del CAI (Club Alpino Italiano) Ischia sta acquisendo la fama di “isola del trekking“, di meta turistica per gli appassionati di escursioni e passeggiate nel verde.
Tra i tanti itinerari ce n’è uno di grande fascino, perchè oltre a regalare panorami generosi e una straripante macchia mediterranea, reca ancora diverse tracce di un’epoca storica in cui sull’isola più grande del Golfo di Napoli c’era una fiorente attività estrattiva di argilla e alunite. Sì, avete letto bene, “alunite“, la preziosa materia prima da cui viene ricavato l’allume di rocca un tempo indispensabile nella conciatura delle pelli e tuttora utilizzato come caustico.
Ad accorgersi dell’esistenza di questi giacimenti fu tale Bartolomeo Pernice, un commerciante genovese che non perse tempo a realizzare in località “Pera”, a Casamicciola, un’attività manifatturiera per la trasformazione della materia prima in solfato. L’estrazione dell’allume avveniva invece a Lacco Ameno, tutt’attorno il campo di Monte Cito, sorgente fumarolica che si trova all’inizio di Via Crateca, l’antica “Via De’ Carri” chiamata appunto così perchè l’allume veniva trasportato attraverso il bosco per essere lavorato in un secondo momento a Casamicciola.
Di questo passato restano le “caulare” (l’industria è andata avanti fino all’inizio del XVIII secolo), rudimentali caldaie costruite nel bosco per la calcinazione e la bollitura dell’alunite. Testimonianze di archeologia industriale che arricchiscono di un nuovo capitolo lo straordinario racconto dell’isola d’Ischia
*Curiosità: Col termine allume ci si può riferire nello specifico al solfato di alluminio e potassio dodecaidrato KAl(SO4)2·12 H2O, noto anche come allume potassico.
7) (n° di riferimento sulla mappa)
Al ritorno ripercorriamo il tratto di mulattiera in discesa sino alla Borbonica fermandoci ogni tanto ad ammirare il paesaggio.
Dopo qualche chilometro in direzione Forio, incrociamo a sinistra via Acqua Sorgente ritorniamo a salire verso le pendici dell’Epomeo. Come se fossimo alla ricerca di un tesoro ci riarrampichiamo su per la montagna e saliamo, saliamo, saliamo. La stradina si fa sempre più stretta e pendente sino a raggiungere una zona boschiva di castagni.
Ad un certo punto scorgiamo tra le rocce una fenditura dalla quale sgorga “acqua sorgiva”. E’ la nostra meta e dopo un meritato riposo ricominciamo la discesa. La stradina molto ripida ricompensa il viaggiatore con il suo panorama e la bellezza del paesaggio circostante.
Le vedute di Casamicciola e Lacco Ameno alte con aree boschive di alto fusto incorniciate da terrazzamenti sostenuti da muri in tufo verde dell’Epomeo. Sono costruiti con pietre a secco lavorate con l’ascia e con estrema maestria e disposte perfettamente ad incastro “le Parracine”.
10 Panoramica
Ritornati sulla Borbonica all’altezza dell’incrocio con via Spinavola incontriamo Marisa di ritorno da un sopralluogo. Dopo un caloroso saluto (non ci vedevamo da molto tempo quasi dal periodo universitario) le chiediamo informazioni sulla nostra prossima meta. Lei è una profonda conoscitrice del luogo e si offre di accompagnarci. Proseguiamo in direzione Forio e dopo qualche centinaio di metri giriamo a sinistra, nella prima traversa Baiola. Un viale alberato di pini secolari a termine del quale la strada si riduce e diventa più rustica e pendente.
8) (n° di riferimento sulla mappa)
Saliamo ancora per un bel tratto attraversiamo una strada condominiale per raggiungere il sentiero antico di via della Penna Nova. Il tracciato sale sino a raggiungere le fumarole del Torrione. In pratica dalle buche nel terreno fuoriescono dei fumi di vapore misto a gas sulfureo provenienti dal sottosuolo.
12 Le caulare del sentiero dell’allume
Restiamo a guardare lo spettacolo per diversi minuti e poi uno sguardo all’orologio: si è già fatto tardi. Dobbiamo andare e ripercorrere il sentiero per il ritorno.
13 Il ciperus delle fumarole
Vi aspettiamo per la 4° tappa!
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